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Tunisia in moto // Alex Mototravellers // ITA

By dimuzioax on 12 Aprile 2020
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TUNISIA IN MOTO

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Il deserto ha sempre avuto su di me un fascino particolare, dopo esserci stato 3 volte in 4×4 ed aver contratto il famoso mal d’Africa ho deciso di tornarci in moto.
Così con Riccardo, amico e partner rodato , ideale per un viaggio in moto decidiamo di passare le feste di natale in Tunisia.
La pianificazione è stata davvero minima, nel giro di 2 settimane prenotiamo i biglietti, un’idea di traccia da seguire ma che lasci spazio ai sentimenti, a quella libertà che si prova solo in viaggio. Quindi decidiamo di non vincolarci troppo.
Vi risparmio tutta la parte delle 30 ore passate in traghetto con il mare a forza 6 . Riesco a malapena a svolgere le operazioni doganali , e poi mi rifugio in stanza.
Sbarchiamo alle 19 a Tunisi completamente fuori orario , così decidiamo di percorrere i 160 km verso Kairouan abbastanza veloci per arrivare in albergo.
Con noi cè una New Entry !
Avevo notato Federico all’imbarco di Genova, il suo Ktm 990 non passa di certo inosservato, così dopo aver cenato insieme , si aggrega a noi inizialmente per il primo giorno. Era completamente sprovvisto di cartina della Tunisia o di punti di interesse da visitare, non aveva prenotato neanche il primo albergo, così decidiamo di formare un nuovo Trio.

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L’indomani ci aspetta una lunga giornata , il mio obbiettivo e quello di arrivare velocemente verso Sud , in direzione Tozeur.

Dopo aver fatto una scheda Sim Tunisina ed aver ristabilito la connessione internet facciamo circa 300 km abbastanza noiosi, passando per la cittadina di Gafsa per poi andare a prendere la famosa pista di Rommel .

Il famoso Generale Tedesco chiamato anche la Volpe Del Deserto per le sue avanzate tecniche di guerra fece costruire diverse strade per difendere il dominio tedesco in Africa, iniziando a perdere terreno dopo la sconfitta di El Alamein in Egitto, gli inglese avanzarono, riconquistano la Libia e poi arrivando in Tunisia, sulla pista di Rommel è possibile

DOPO QUESTA LEZIONE DI STORIA, ANDIAMO AVANTI!

L’ultima volta che sono stato in Tunisia era il 2012 e da allora moltissime strade una volta sterrate sono state asfaltate per agevolare la vita degli abitanti tunisini, purtroppi per noi turisti, anche la pista di Rommel difatti per una parte è stata asfaltata , così noi decidiamo di andare a fare il tratto cementato, che conserva ancora un pó di off road ed una vista mozzafiato.

Con Gogle maps si trova facilmente l’imbocco di questa strada , che non presenta nessun tipo di difficoltá e puó essere percorsa anche con una grossa moto adventure con passeggero e bagagli….

Purtroppo prima di arrivare a Redeyef si passa attraverso la discarica della cittá, una breve sosta facendo benzina di contrabbando con le bottiglie ( non c’era nessun distributore) e proseguiamo verso le famose oasi di montagna , vicinissime al confine con l’Algeria !
Arriviamo a Tameghza dove cè uno dei Canyon più famosi della valle, eroso dal passaggio dell’acqua per migliaia di anni. Faruck la nostra guida ci porta alla scoperta di questo posto davvero unico e ci racconta qualche informazione utile sulle varie palme da dattero di questa zona , sulla cittadina di Tameghza che nel 1969 venne spazzata via da un alluvione e uccise più di 300 persone.

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È buio, sono le 18.30 e ci dirigiamo verso Tozeur per la notte, un vero peccato perchè la strada che scende dalle oasi di montagna ha un ottimo asfalto con delle curve da pennellare, mi piacerebbe ripercorrerla di giorno.
Partiamo da Tozeur con tutta calma, ho appuntamento con un amico per pranzare insieme a Douz verso le 13 . Nel mezzo troviamo il famoso Chott El Jerid , un lago salato molto vasto che in questo periodo è totalmente prosciugato creado così una distesa si sabbia e sale immensa, la strada che porta verso Douz lo attraversa proprio a metà . I kilometri percorsi in questo scenario sono surreali, la lingua d’asfalto è completamente dritta a perdita d’occhio, pochissime macchine e mi godo questo momento al massimo.
I miei compagni di viaggi sono attratti dalla distesa di sale e vogliono entrarci a tutti i costi per fare qualche bornout in moto , ma la vista del famoso autobus abbandonato lì in mezzo fortunatamente li fà desistere!
Arrivati a Douz è legge andare a pranzo al Palmiers, lì mi trovo con Arbi, amico di un amico, guida specializzata nei tour in moto che parla benissimo italiano, dopo aver mangiato un fantastico agnello alla brace , brick au l’euf e la classica salad tunisienne , ci dà qualche consiglio su come trascorrere il pomeriggio.

La mia idea iniziale fino a quel momento era di raggiungere il caffè portiere du desert, e poi da li testare le nostre pesanti moto bicilindriche sui primi cordoni di sabbia, se , capito l’impossibilità di fare i grossi cordoni di dune avremmo ripreso l’asfalto per arrivare a Ksar ghilane attraverso la famosa e noiosa pipe line.
Mentre Arbi ci consiglia di prendere un altra pista , che costeggia il parc du djebil ed affrontare il deserto per poi arrivare al nostro campo tendato che dista mezz’ora a Sud da Ksar.
Presi dalla foga di guidare nella sabbia, come un novellino non presto attenzione all’orario tantomeno ai km , un errore davvero stupido.
I km da douz al campo sono tantissimi e per il 95% di fuoristrada , un misto di traccia veloce e 3 cordoni di dune con sabbia soffice come farina.
Percorriamo i primi 70 km divertendoci come non mai, una pista velocissima dove raggiungiamo anche i 110 km/h dove si alternano dunette basse ma insidiose , dove ad una di queste Riccardo spicca un volo con il suo 1290s che lo fà andare a pacco con le sospensioni , ed io vedendolo chiudo il gas e mi infosso nella sabbia, da 60km/h a 0 in mezzo secondo.
Cado, e mi rimane la gamba sotto la moto, mentre vedo i miei compagni che si allontanano.
Provo a scavare ma no riesco a liberarmi, non mi perdo d’animo. Dopo qualche minuto Riccardo e Federico tornano in mio soccorso, la moto è sprofondata nella sabbia fino al paramotore , ci vogliono circa 20 minuti di sudore ed imprecazioni per liberarla.

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Dopo un ‘ora di guida tra le dune arriviamo al Cafè grand Erg, niente più che una baracca in mezzo al nulla , a circa 30 km in linea d’aria da Ksar ghilane. Riccardo ha bucato la sua gomma posteriore , fortunatamente con il tubeless la ripariamo in pochi minuti, siamo ad un bivio, ormai è chiaro che non riusciremo ad arrivare al nostro campo tendato, mentre ripariamo lo pneumatico il sole inizia a tramontare… parlo con i miei compagni di viaggio, che nonostante il calar della notte vogliono affrontare ancora 25 km di dune, personalmente ero molto scettico visto che nel deserto ci sono già stato parecchie volte, dopo soli 3 km ci ritroviamo con tutte e tre le moto completamente bloccate nella sabbia in mezzo a dune alte 6/7 metri ed arriva il buio. Impossibile per noi avanzare , ci mettiamo circa un ‘ora per fare quei 3 km e tornare al Cafè per chiedere se possiamo passare li la notte .
La nostra vigilia di Natale la passiamo in una baracca di fortuna , con 6 ragazzi Tunisini e 2 libici che ci accolgono in maniera fantastica, nessuno di loro parlava inglese , ma come sempre in viaggio in qualche modo ci si capisce… dopo numerosi thè alla menta , canzoni in lingua incomprensibile al ritmo di una tanica vuota ed un pasto caldo, dormiamo completamente vestiti su un tappeto adagiato sulla sabbia… un’esperienza incredibile , considerando che in piena notte siamo arrivati a -2’c .

Al risveglio ci preparano un’ottima colazione, con pane cotto sotto la sabbia, ricotta e thé, salutati e ringraziati i nostri nuovi amici, decidiamo di tornare verso Douz e affrontare 3 ore di pista e dune per tornare alla civiltà!
Decidiamo di festeggiare il classico pranzo di Natale sempre al famoso ristorante Le Palmiers dove ci riposiamo dopo queste 24 ore assurde appena passate. Trascorriamo il pranzo ridendo e raccontandoci anedotti su quest’avventura che abbiamo vissuto.
Decidiamo di percorrere la strada da Douz verso Matmata e fermarci a Tamezret per la notte, così da poter dormire su un letto comodo e riposarci un pó!

L’indomani la nostra metà è Djerba, famosa località turistica del Mediterraneo . Ma non prima di andare alla scoperta dell’entroterra nella ziona di Matmata , percorrendo una fantastica traccia in fuoristrada arriviamo al villaggio di Zeraoua .
Zeraoua è surreale , già a prima vista si capisce che è disabitato, ma si trova sulla sommità di una montagna che domina diverse vallate, il tutto è davvero straordinario! Ci addentriamo nel villaggio, non cè anima viva, le case sono tutte diroccate quando dietro ad una casa vediamo tre donne con il velo che al nostri passaggio abbassano subito lo sguardo. Non appena fermiamo le moto arrivano una decina di bambini entusiasti di vederci, e qualche anziano, inizialmente diffidente… ci racconta che solo un uomo abita questo antico villaggio, e la gente che vediamo è li per trascorrere la giornata.
Dopo le classiche foto di rito ci perdiamo in un susseguirsi di piste veloci e con panorami mozzafiato, non guardiamo neanche il Gps, il godimento è al massimo e ci diamo del gran gas ! guidiamo per più di 2 ore senza sapere dove fossimo , penso una delle giornate più belle dell’intero viaggio.

Ripreso l’asfalto ci dirigiamo a Matmata per il pranzo per poi ripartire alla volta di Djerba, ci sono circa 180 km da percorrere , arrivando sull’isola vediamo uno dei tramonti più belli che io abbia mai visto. Ci concediamo una vera e propria cena Gourmet al Casinó di Djerba!
La mattina del sesto giorno la passiamo all’insegna del relax, chi corre sulla spiaggia, chi in palestra, chi si fà fare un massaggio, ma dobbiamo iniziare a pensare al ritorno verso Tunisi , quindi dopo il pranzo ad Houmt Souk decidiamo di dirigerci a nord e dividere i 600 km che ci separano dalla Capitale Tunisina. Così arriviamo in tarda serata a Sfax , che a mio parere non offre molto in termini turistici.
Arrivati a Tunisi dopo 300 km di autostrada ne aprofittiamo per visitare la città, e farci un abbuffata di pesce a La goulette dove nella via principale ci sono tantissimi ristoranti dove si puó mangiare dell’ottimo pesce fresco ad ottimi prezzi.

La mattina prima dell’imbarco la passiamo a Sidi Bou Said , situato a circa 20 minuti dal centro di Tunisi, dove ci concediamo l’ultimo narghilè e l’ultimo thè alla menta!

Se hai letto tutto questo racconto ti sarai accorto che mancano molte località famose, le abbiamo tralasciate appositamente, abbiamo voluto spendere il nostro tempo a fare fuoristrada (la nostra passione) e a rilassarci , perchè comunque era una vacanza…

Km totali circa 1800

QUI SOTTO VI LASCIO LA MAPPA (A GRANDI) DEL NOSTRO VIAGGIO!!

ALEX DI MUZIO // OWNER OF MOTO-TRAVELLERS

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Tutto iniziò grazie a mio Padre , che all’età di 4 anni ,mi mise in sella alla mia prima moto, una gloriosa Malaguti Grizzly 50 .

Nel corso degli anni la passione per il fuoristrada a 2 e 4 ruote mi ha portato ad appassionarmi ai viaggi avventura, a bordo di Land Rover Defender o di Toyota Land Cruiser, alla scoperta di Romania,Albania,Marocco,Tunisia,Turchia ed Iran per citarne alcuni.

Dopodichè il ritorno in sella non solo per il fuoristrada nostrano , ma anche come modo di vivere, viaggiare e di vedere il mondo.